Salvaguardare lo stato di salute del disco :
Gli Hard Disk sono una delle parti più delicate degli odierni pc, ed infatti sono tra le periferiche che più facilmente sono soggette a rompersi.
Fortunantamente ci sono degli strumenti studiati per diagnosticare i malfunzionamenti prima ancora che possano creare danno. Ma ricordate che un backup periodico dei dati importanti è sempre la scelta migliore.
In questo articolo vedremo come usare alcuni strumenti come smartmontools e badblocks per monitorare lo stato di salute di un hard disk.
* Controllare lo stato di salute di un HD: smartmontools
Gli smartmontools permettono di usare la funzionalità SMART di tutti i moderni HD grazie alla quale è possibile prevedere con 24 ore di anticipo la rottura di un HD.
In debian basta installare il pacchetto smartmontools:
# apt-get install smartmontools
* Analizzare lo stato dell’HD:
Possiamo usare l’utility smartctl per analizzare lo stato dell’HD.
Innanzi tutto vediamo alcune informazioni generiche sul nostro HD:
sudo smartctl --scan /dev/sda -d scsi # /dev/sda, SCSI device /dev/sdd -d scsi # /dev/sdd, SCSI device
sudo smartctl -a /dev/sda # questo ci permettera' di vedere ogni info sul disco in questione
=== START OF INFORMATION SECTION ===
Model Family: Western Digital Scorpio Blue Serial ATA
Device Model: WDC WD5000BEVT-22ZAT0
Serial Number: WD-WXNY08ND3649
LU WWN Device Id: 5 0014ee 257a423e8
Firmware Version: 01.01A01
User Capacity: 500.107.862.016 bytes [500 GB]
Sector Size: 512 bytes logical/physical
Rotation Rate: 5400 rpm
Device is: In smartctl database [for details use: -P show]
ATA Version is: ATA8-ACS (minor revision not indicated)
SATA Version is: SATA 2.6, 3.0 Gb/s
Local Time is: Mon Jun 30 10:54:33 2014 CEST
SMART support is: Available - device has SMART capability. SMART support is: Enabled
oltre alle informazioni generiche, dalle ultime due righe si capisce che l’HD supporta la tecnologia SMART e che il supporto è attivato. Se non fosse attivato basterebbe questo comando:
sudo smartctl -s on /dev/sda
per attivare il supporto SMART.
E’ anche possibile effettuare dei test più o meno approfonditi sul disco. Alcuni test si possono effettuare con l’HD montato e funzionate, ed il test stesso avrà un impatto minimo o nullo sulle prestazioni del sistema.
Per effettuare un test:
sudo smartctl -t <tipo_test> /dev/sda
dove tipo_test può essere:
short
effettua un test sul disco di durata inferiore a 10 minuti, può essere eseguito durante il normale funzionamento e non impatta le prestazioni. Questo test controlla le performace meccaniche ed elettriche del disco, oltre che le performance in lettura.
long
effettua un test di durata da 40 minuti ad un ora (a seconda del disco). Può essere effettuato durante il normale funzionamento del disco e non ha impatto sulle prestazioni. Questo test è una versione più estesa dello short test.
conveyance
effettua un test di alcuni minuti atto a scoprire difetti dovuti ad incurie nel trasporto dell’HD. Può essere eseguito durante il normale funzionamento dell’HD.
Esistono anche altri tipi di test per i quali si rimanda alla simpatica pagina di manuale: man smartctl.
I risultati di questi test vengono riportati nella parte finale dell’output di smartctl -a /dev/sda, come notato in precedenza.
Controllo automatizzato :
E’ possibile attivare il demone smartd fornito dal pacchetto smartmontools per monitorare in continuazione lo stato di salute dell’HD e notificare ogni anomalia immediatamente tramite syslog.
Normalmente il demone è disabilitato. Per abilitarlo bisogna editare il file /etc/default/smartmontools e decommentare la riga:
start_smartd=yes
Dobbiamo inoltre configurare smartd per deciderne il suo comportamento. A tal scopo editiamo il file /etc/smartd.conf. Leggendo i commenti nel file e l’amichevole pagina di manuale (man smartd.conf) è possibile scegliere quali parametri smartd debba monitorare, programmare dei test automatici, e decidere quali azioni intraprendere in caso di errore.
Nel mio caso ho inserito solo la seguente linea per il solo disco di sistema:
/dev/sda -a -o on -S on
che attiva il monitoraggio di tutti (-a) i parametri, abilitia l’ automatic online data collection (-o on), e abilita il salvataggio degli attributi (-S on) in modo che le informazioni di log di SMART vengano memorizzare nella FLASH del disco e siano disponibili anche dopo il riavvio.
Verifica di settori corrotti con BadBlocks :
** Data lapotenza dell’utility che va a lavorare davvero a basso livello se ne consiglia l’uso solo nei casi in cui l’hard disk risulta gia’ compromesso e comunque soltanto dopo aver gia’ effettuato un backup (come precedentemente spiegato). L’utility badblocks permette di fare un controllo di basso livello per vedere se su una partizione sono presenti dei settori danneggiati.
I moderni HD fanno un controllo automatico degli errori e sono in grado di segnare dei settori corrotti che di conseguenza non verranno più usati. Questo rende in parte inutile badblocks, ma se si effettua un controllo e dei settori risultano danneggiati vuol dire che probabilmente la superficie del disco contiene così tanti settori danneggiati che la circuiteria di controllo non è più in gradio di gestirli.
Per effettuare un controllo con badblocks e’ preferibile lavorare sui dischi usando una LiveCD da cui eseguiremo:
# badblocks -b dimensione_blocco /dev/sdaX
dove /dev/sdaX è la partizione da controllare. Il parametro dimensione_blocco è la dimensione del blocco usata dal filesytem espresso in byte. Di solito è 4096 (ovvero 4KB), per controllare potete usare:
# disktype /dev/sda
** Per le ulteriori opzioni di badblocks si rimanda all’amichevole pagina di manuale, ma attenzione: l’opzione -w distruggerà tutti i dati sulla vostra partizione.
Non usatela se non volete che ciò accada.
* Leggi anche ( “ estraiamo i nostri dati ” )