Crisi delle Banche ed effetto Cantillon ai giorni nostri

In questo ultimo periodo di Marzo 2023 stiamo assistendo ad un escalation di situazioni di crisi generalizzata in molte banche, tra cui banche sistemiche (una banca sistemica è un’istituzione finanziaria che, a causa delle sue grandi dimensioni e importanza nel mercato, la sua caduta o scomparsa avrebbe un impatto negativo significativo su un paese o addirittura sul pianeta), che “improvvisamente” perdono il controllo dei loro asset finanziari e si scoprono insolventi verso i propri creditori e clienti.

Tempo addietro anche l’attuale presidente della Banca Centrale Europea (Christine Lagarde) si era detta sorpresa dell’improvviso arrivo dell’inflazione……. davvero??

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Certamente l’inflazione ha dei suoi cicli di Up & Down ma non arrivano a ciel sereno come una gelata improvvisa di fine Febbraio, semmai sono movimenti finanziari dettati e gestiti proprio dalla Finanza, dalle Banche e dalle loro decisioni di immettere flussi di nuovo contante nel mercato finanziario, che solo successivamente ed in minor flusso arriva anche come denaro contante nelle tasche delle persone comuni.

La magia della Moneta FIAT

Il “nuovo mondo monetario” si palesa con l’impossizione del sistema di monete FIAT, introdotto dagli USA nell’Agosto del 1971, tramite il discorso (il Nixon Shock) dell’allora Presidente amerciano Richard Nixon, il quale “SOSPENDEVA TEMPORANEAMENTE” la convertibilità del Dollaro in ORO.

Ma perchè il discorso di un Presidente, seppure quello degli USA cambia l’assetto mondiale dell’economia ? la risposta si trova negli accordi di Bretton Woods.

Nel 1944 a Bretton Woods, nel New Hampshire, vengono messe le basi del nuovo regolamento del “Gold Exchange Standard“, poichè con i blocchi geopolitici ad Est chiusi e filtrati dalla Cortina di Ferro, la Guerra Fredda ed altre divisioni, il mondo ad Est di Berlino si veniva a trovare staccato dal mondo Occidentale guidato a quel punto dagli USA che imposero al mercato la dollarizzazione. Tramite gli accordi di Bretton Woods dunque la valuta di riferimento degli scambi commerciali occidentali diventava il Dollaro, le altre valute erano legate al dollaro da un sistema di cambi fissi e il dollaro stesso poteva essere emesso in base alle riserve auree disponibili. Solo il dollaro, dunque, poteva essere convertito in oro e solo le banche centrali potevano compiere questa operazione, tutte le altre monete delle altre nazioni che aderirono agli accordi potevano essere convertite in dollari.

FINE del Gold Standard

Con questo nuovo assetto finanziario occidentale veniva “temporaneamente” stoppato il sistema che usava l’ORO come valuta di riferimento generando in pratica una nuova Storia monetaria.

Basta pensare a quello che fino a quel 15 Agosto 1971 aveva rappresentato per migliaia di anni la gestione monetaria associata all’estrazione, lavorazione e scambio/circolazione dell’oro.

Ed infatti se ci soffermiamo a dare un’occhiata al corso della storia, in ogni società l’oro ha sempre svolto un’importante funzione monetaria, tanto da rappresentare la riserva di valore per eccellenza.

L’oro infatti è stato a tutti gli effetti moneta, con le funzioni di:

  • Unità di conto
  • Mezzo di scambio
  • Riserva di valore

Ma il Gold Standard aveva già ricevuto alcuni primi scossoni ad inizio ‘900, infatti il primo momento negativo per l’oro lo si ebbe nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in cui le nazioni coinvolte necessitavano di denaro e di poter contrarre debito velocemente , fu così che governi e banche iniziarono ad emettere mezzi fiduciari superiori, in valore nominale, alla reale quantità di oro detenuta nelle riserve. Tutto ciò per il semplice fatto che, mentre il metallo prezioso costituiva una forma di denaro rigida, determinatà dalla quantità e dalla scarsità, gli strumenti cartacei, usati per regolare i pagamenti tra banche centrali, seppur nominalmente riscattabili in oro, divennero più facili da produrre in grandi quantità facendo così perdere il rapporto del valore con il sottostante aureo.

Il secondo scossone è avvenuto nel 1933 quando il Presidente americano Frankiln Delano Roosevelt fece emanare ” l’ordine esecutivo 6102 “, il giorno 5 Aprile, in cui si PROIBIVA il possesso di Oro (in ogni sua forma: monete, lingotti e certificati aurei) da parte di qualsiasi individuo, associazione o società residente negli Stati Uniti d’America.

Dunque possiamo affermare che il XX secolo ebbe un inizio difficile per la Libertà economica delle persone le quali si videro, in più momenti storici, forzatamente costrette ad un cambio di gestione commerciale e monetaria come mai era accaduto prima in migliaia di anni, con i governi impegnati a sottrarre dai propri cittadini il controllo sull’oro, attraverso l’invenzione della moderna istituzione della Banca Centrale, istituita sulle fondamenta del Gold Standard. Una su tutte è sicuramente la FED (Federal Reserve System) istituita il 23 Dicembre del 1913 , i cui scopi iniziali e futuri sono meglio comprensibili leggendo il libro “The Creature from Jekyll Island: A Second Look at the Federal Reserve

Con la creazione e proliferazoine degli isituti bancari centrali, come la FED, col tempo tutto il denaro cartaceo e quello scritturale creato dalle banche venne di fatto monetizzato in sostituzione dell’oro. In questa nuova modalità la gestione di una banca forniva ai governi la possibilità di creare dal nulla nuovo denaro, il nuovo controllo dell’economia veniva quindi fornito grazie al controllo del settore bancario, da realizzarsi tramite le banche centrali.

Nota: la Moneta Scritturale

> La moneta scritturale è una moneta non materiale usata come strumento di pagamento data l’esistenza di un deposito o un rapporto creditizio bancario. Come anche riportato nell’articolo “La storia dell’Euro” della RAI Italiana, l’Euro, nel periodo storico compreso tra il 1º gennaio 1999 ed il 31 Dicembre 2001, in cui non erano ancora in circolazione le monete e le banconote, fu una moneta scritturale: era infatti possibile aprire conti in euro presso le banche ed effettuare, sempre tramite le banche, trasferimenti di denaro in euro, ma non erano consentite altre forme di pagamento in euro che richiedessero l’utilizzo di denaro contante.

Erosione del potere di acquisto

Accordi di Bretton Woods e fine del Gold Standard……, quindi in quale momento economico ci troviamo oggi?

E’ innegabile a questo punto che Il mondo si è avventurato in un sistema monetario che vede soltanto le valute FIAT. Questa situazione, come accennato poco sopra, non ha precedenti storici e dunque nessuno può sapere quale sarà il risultato finale, anche se il suo mal funzionamento è sotto gli occhi di tutti coloro che lo vogliono vedere.

Per comprendere quali sono i potenziali risvolti di tale situazione è necessario evidenziare due dati di fatto:

  • Con un sistema di valute 100% FIAT le banche centrali possono creare la quantità di valuta che desiderano, potenzialmente illimitata
  • Storicamente, nessuna valuta FIAT è mai stata in grado di preservare il suo valore

Questi due aspetti si pongono come un problema per il risparmiatore o per chiunque intenda preservare il potere di acquisto del proprio denaro, anche in vista di trasmissione alle generazioni future.

Ciò rende praticamente impossibile risparmiare accantonando del denaro sotto forma di valuta FIAT. Ecco qui di seguito un esempio pratico con il dollaro statunitense:

Nell’arco di 100 anni, la progressiva espansione della quantità di dollari in circolazione ha portato il valore del dollaro a ridursi del 95%.

Oggi gli interventi delle banche centrali (vedi la FED e la BCE) nell’economia reale ha fatto si che nel giro degli ultimi 15/20 anni, la base monetaria creata e fatta circolare è quintuplicata.

L’assenza di un limite alla creazione di valuta ha portato alla creazione di un’economia di debito spalmata su tutti i soggetti economici che siano essi operatori di banca, consumatori, imprese o stati nazionali.

Li dove qualche assennato economista aveva messo dei paletti, onde evitare l’eccesso di dipendenza degli stati dalla centralizzazione del debito, altri hanno ben deciso di eliminare queste limitazioni, mi riferisco allo statuto della BCE che, secondo gli accordi di Maastricht : ” La BCE non può acquistare bond, lo vietano i trattati di Maastricht “.

Questo punto importante di comportamento della BCE è stato vanificato dalle politiche al massacro dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, il quale lanciando il famoso sistema del Quantitative Easing che permesso alla banca centrale di acquistare determinati importi di obbligazioni governative e altri tipi di attività finanziarie allo scopo di aumentare i livelli di liquidità, questo ha fatto si che la BCE è diventata creditrice degli stati che aiuta, ad oggi per esempio, la BCE possiede il 30% del debito pubblico italiano.

Ma cosa succede ad uno stato che, persa la propria gestione della moneta si ritrova con una banca centrale che, distorcendo totalmente il mercato, gli propone prestiti facili con tassi di interesse a propria scelta, seppur quello stato sia riconosciuto come cativo pagatore (vedi i PIGS) ??. Succede che lo stato accetta il nuovo prestito a debito a fronte del tasso di interessi basso proposto dalla banca centrale generando però internamente un disincentivo, nello specifico verso la classe politica, la quale a quel punto non ha più nessuno stimolo o interesse nel far funzionare le cose ed a far quadrare i conti, si perde così totalmente il senso di “Accountability“, ossia quel processo con cui (a livello sociale, politico, aziendale, contabile o comunque collettivo) si è chiamati a rendere conto delle conseguenze delle proprie azioni, tanto c’è la banca centrale che in qualità di “salvatore di ultima istanza” comprerà il debito e fonirà comunque liquidità.

Se questo non dovesse bastare, il danno economico più vicino e diretto verso i cittadini è certamente la riserva frazionaria.

Esempio di attività bancaria di riserva frazionaria

> Marco si reca in banca, apre un conto e deposita 100 euro. Grazie al sistema bancario di riserva frazionaria, la banca può ora prestare 97 euro del denaro di Marco, mantenendo solo il 3% di riserva. Luca, un altro cliente della banca, è interessato a un prestito, ottiene 97 euro per rimborsare una scommessa che ha perso con Sara. Sara prende i 97 euro e li mette sul proprio conto nella propria banca. > > Ora la banca di Sara può prestare 94,09 euro – alla prossima persona che avrà bisogno di un prestito, Lina, e così via. Alla fine dei conti avremo Marco con 100 euro sul suo conto, Sara con 94 euro sul suo conto e Lina con 94 euro in tasca, per un totale di 385 euro nella nostra piccola economia di esempio. Ma in realtà ci sono solo 100 euro.

Tutto ciò vale per le banche commerciali ma per le Banche Centrali il gioco è ancora più facile in quanto sono esse stesse a stampare dal nulla la valuta dunque non hanno neppure bisogno di avere un deposito pre-esistente prima della richiesta del prestito. Sarà il prestito stesso ad essere la moneta, ovviamente moneta-debito. Il prestito crea il denaro o in altri termini:

"IL PRESTITO CREA IL DEPOSITO"

Nota: la riserva frazionaria al 3% attuale è solo per il mercato europeo poichè negli USA, dopo il periodo pandemico e l’uso dell’ Helicopter Money, ad oggi è pari allo ZERO%

Ad ogni passaggio di questo sistema la cifra prestata dalla banca aumenta quando comunque come corrispettivo sottostante rimangono sempre e solo i 100€ depositati di cui la banca non è neppure la proprietaria (o forse lo è?) poichè quei 100€ non fanno parte del patrimonio della banca, dunque dov’è il rischio d’impresa?

Già ma ci stavamo chiedendo….. quando verso o deposito dei soldi in banca, rimangono soldi miei ? In realtà NO, quei soldi diventano di proprietà della banca, secondo l’articolo 1843 del Codice Civile che recita così:

> [[ “Articolo 1834 Codice Civile
> (R.D. 16 marzo 1942, n. 262)
> [Aggiornato al 01/12/2021]
> Depositi di danaro
> “Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi“. ]]

Male o forse anche malissimo, quindi i miei soldi diventano della banca che li investe come meglio crede, quindi facendo speculazioni in borsa, prestandoli magari a persone che non potranno ripagare il debito (vedi la crisi dei mutui subprime del 2008) etc… Certo io posso rientrarne in possesso, sempre che quando serviranno a me questi soldi saranno effettivamente presenti in banca perchè come abbiamo appena visto con la riserva frazionaria, tra il 3% e lo ZERO% cosa succede quando escono notizie di problemi creditizi delle banche? la tipica Bank Run e così tutti corriamo a recuperare i nostri soldi e scopriamo che non ci sono x tutti, quindi chi prima viene a conoscenza della notizia, prima può accedere ai fondi ancora esistenti e sperare di recuperare il salvabile, gli altri dovranno attendere che la banca venga scorporata e comprata da qualcun’altro per poi, forse un giorno, tramite un salvataggio di stato (con i soldi dei cittadini) accedere a qualche briciola residua.

A questo punto è chiaro che c’è chi può creare denaro dal nulla ed usufruire dei benefici dati dalla posizione predominante (o per meglio dire di maggior vicinanza alla stampante) sui flussi distributivi, come spiega l’effetto Cantillon, applicato al sistema moderno monetario, il quale avanzò la teoriaper cui:

> “il valore dei soldi cambia durante il flusso di distribuzione, chi riceve per primo i soldi avrà un maggiore potere di acquisto rispetto agli altri”

Esemplificando le parole di Cantillon possiamo sfruttare questo esempio:

> Immaginiamo che in uno stato venga scoperta una nuova miniera di oro. > > Quelli che ne beneficeranno subito saranno i proprietari della miniera, le fonderie e tutti coloro che sono direttamente legati alla miniera. Questi otterranno nuove entrate che andranno ad aumentare le loro spese in proporzione ai loro profitti. > > Le loro famiglie, quindi, consumeranno più beni (carne, vino etc..) di prima, si abitueranno ad abiti migliori e a maggiori comfort. Questo darà lavoro a parecchi artigiani che godranno, di riflesso, di maggior benessere andando a loro volta ad aumentare le loro spese e il loro tenore di vita. > > Succederà così che i prezzi inizieranno ad aumentare e le persone che direttamente o indirettamente non sono riusciti a partecipare al banchetto saranno costretti a lasciare lo stato. > > Cosa è successo quindi: > > – I primi che hanno avuto la nuova entrata economica hanno usufruito subito del beneficio non incappando in nessun processo inflazionistico > – Con il passare del tempo il denaro si è distribuito a tutta la popolazione ma al tempo stesso i prezzi continuavano ad aumentare > – Gli ultimi avranno ricevuto la loro parte quando già i prezzi erano alti > – Chi non ha ricevuto nulla è stato costretto ad andarsene

EFFETTO CANTILLON AI GIORNI NOSTRI

Come possiamo tradurre l’effetto Cantillon oggi?

Quello che nell’ottocento era una miniera può essere assimilato ora alla banche centrali che immettono liquidità nel sistema.

Avendo ormai capito che ad ogni immissione di moneta viene generata variazione dei prezzi, possiamo comprendere che l’iniezione di liquidità nel sistema ha un percorso ed un flusso specifico attraverso l’economia tale per cui il primo destinatario si trova in una posizione di vantaggio: quella di spendere moneta extra prima che i prezzi aumentino. L’ultimo della fila riceverà la sua parte di moneta solo dopo che i prezzi saranno già aumentati.

Un esempio calzante di questa teoria applicata al mercato reale è quello di El Salvador, una nazione che fino a poco tempo fa aveva come unica moneta di stato il Dollaro americano USD che non permetteva di attuare una propria politica monetaria, così da poter pagare per programmi sociali o migliorare le proprie infrastrutture.

Rendendo Bitcoin una moneta a corso legale, il governo ha compiuto un passo significativo per dare ai cittadini più libertà e opportunità finanziarie di quante non ne abbiano mai avute prima. Ad esempio, al momento dell’adozione di BTC, circa il 70% dei cittadini del Paese non disponeva di conti bancari. L’esperimento Bitcoin sta migliorando la vita di queste persone, fornendo loro un modo per entrare a far parte della grande economia e creando opportunità per accrescere la loro ricchezza.

El Salvador ha adottato Bitcoin per inaugurare una nuova era di sovranità monetaria, per fornire ai cittadini opportunità finanziarie che non avevano in passato e che probabilmente non avrebbero avuto in futuro.

El Salvador ha compiuto un importantissimo passo avanti, divenendo leader di un movimento che probabilmente si diffonderà presto in molte altre nazioni. Paesi come il Venezuela ed il Guatemala potrebbero presto seguire il percorso tracciato da El Salvador, alla ricerca di soluzioni finanziarie progressiste basate sulla tecnologia blockchain per responsabilizzare i cittadini e introdurre una nuova epoca di indipendenza e crescita economica.

Opzioni per implementare un’API per la vostra dApp Web3

Introduzione

I progetti Web3 sono più simili alla blockchain quando sono completamente decentralizzati, ma in alcuni casi è necessario creare un’API centralizzata per la propria applicazione a causa delle limitazioni della blockchain. Molti progetti di successo si affidano alle loro potenti API per essere in grado di rispondere alle centinaia di migliaia di richieste al minuto. Ad esempio, Opensea non sarebbe così veloce se non avesse il suo database.
In questo articolo, accennerò ad alcune limitazioni della blockchain e poi presenterò i modi per implementare un’API per la vostra dApp.

Perchè abbiamo bisogno di una API ??

Leggere i dati dalle blockchain richiede molto tempo. Inoltre, alcune applicazioni hanno una logica complessa e l’implementazione di questa logica nei contratti intelligenti aumenta il consumo di gas.
Un’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) definisce una modalità di comunicazione tra programmi informatici. Creando un’API per la vostra dApp potrete recuperare i dati richiesti da essa invece di interrogare l’intera blockchain.

Ma dunque che cosa sono le API ??

Le API (Application Programming Interface) sono un insieme di protocolli e strumenti per la creazione di applicazioni che interagiscono con un determinato sistema.
In pratica, le API servono a consentire la comunicazione tra due sistemi differenti.

Nel caso della Blockchain, le API possono essere utilizzate per consentire a un’applicazione di interagire con la catena di blocchi e di utilizzare i dati in essa contenuti.
Ad esempio, un’applicazione potrebbe utilizzare le API di una Blockchain per verificare la validità di una transazione o per recuperare il saldo di un indirizzo specifico.

Le API possono velocizzare l’utilizzo della Blockchain in diversi modi. Innanzitutto, consentono di semplificare l’interazione con la catena di blocchi, rendendo più facile per gli sviluppatori creare nuove applicazioni basate sulla Blockchain. Inoltre, le API possono essere utilizzate per creare “ponti” tra diverse Blockchain, consentendo ai dati di essere condivisi e utilizzati tra più piattaforme diverse.

Inoltre, le API possono essere utilizzate per creare servizi “on demand”, ovvero per fornire accesso ai dati della Blockchain solo quando sono richiesti, evitando di dover fare una copia di tutti i dati in un database locale e quindi rendendo più efficiente l’utilizzo della memoria.

Infine, le API possono essere utilizzate per creare servizi di “abstracting”, ovvero per nascondere la complessità della Blockchain agli utenti finali, rendendo più facile per loro utilizzare le applicazioni basate sulla Blockchain.

In sintesi, le API rappresentano un modo semplice e veloce per gli sviluppatori di creare applicazioni che interagiscono con la Blockchain, rendendo più facile per gli utenti finali utilizzare queste applicazioni e facilitando la condivisione dei dati tra diverse piattaforme basate sulla Blockchain.

GraphQL – un linguaggio per interfacciarsi con la Blockchain

GraphQL è un linguaggio di query progettato per fornire un modo semplice ed efficiente per i clienti di interagire con i dati di un server.
GraphQL consente ai clienti di richiedere esattamente i dati di cui hanno bisogno, e solo quelli, evitando di dover scaricare tutti i dati presenti in un database o in una risorsa.

Per utilizzare GraphQL per interagire tra la Blockchain Ethereum e IPFS (InterPlanetary File System), è necessario prima di tutto creare un server GraphQL che faccia da intermediario tra le due piattaforme. Questo server dovrà essere in grado di connettersi alla Blockchain Ethereum utilizzando una libreria come Web3.js, e di utilizzare le API di IPFS per accedere ai file presenti sulla rete.

Una volta creato il server GraphQL, sarà possibile utilizzare GraphQL per eseguire query sui dati presenti sulla Blockchain Ethereum e su IPFS.

Ad esempio, sarà possibile utilizzare GraphQL per richiedere il saldo di un indirizzo specifico sulla Blockchain Ethereum o per ottenere il contenuto di un file su IPFS.

Per eseguire queste query, sarà sufficiente inviare una richiesta HTTP POST al server GraphQL con il corpo della richiesta in formato JSON contenente la query GraphQL. Il server GraphQL eseguirà quindi la query e restituirà i dati richiesti al client in formato JSON.

In sintesi, GraphQL consente di interagire con la Blockchain Ethereum e con IPFS in modo semplice e veloce, fornendo un modo efficiente per accedere ai dati di cui si ha bisogno senza dover scaricare tutti i dati presenti in un database o in una risorsa.

MORALIS

Moralis non è solo un indicizzatore, questa piattaforma fornisce molte soluzioni come API blockchain, API NFT, autenticazione web3, API token e API stream.
I prodotti di Moralis possono rispondere facilmente a molte delle vostre esigenze. In questo modo non sarà necessario implementare un’API o un indicizzatore da zero per avere un accesso veloce ai dati della blockchain.

In Moralis, potrete creare un database di eventi di smart contract e interrogarlo come vorrete.

Sviluppare una propria API

Questa è sempre un’opzione valida e che da pieno controllo sul codice e sulle azioni che si andranno a sviluppare. Dovrete però spendere molto tempo per sviluppare un’API che potrebbe comunque rivelarsi non buona come le opzioni precedenti.
Richiede maggiori conoscenze, studio e tempo di sviluppo.

L’aspetto positivo è che potete implementare e aggiungere funzionalità uniche per la vostra dApp. Gli indicizzatori di cui ho parlato nelle sottosezioni precedenti sono progettati per rispondere al maggior numero possibile di scenari diversi. Ma quando si crea un’API personalizzata, è possibile personalizzarla come si desidera.

Potete sviluppare l’API utilizzando qualsiasi linguaggio di programmazione, ma dovete tenere conto dei seguenti suggerimenti:

  • Integrazione della blockchain
  • Manutenibilità
  • Velocità
  • Strumenti disponibili

Conclusioni

Se volete sviluppare un’API per la vostra dApp o se non siete sicuri di quale delle opzioni disponibili sia la più adatta a voi, tenete sempre presente che anche utilizzando un indicizzatore potreste aver bisogno di sviluppare un’API personalizzata per tenere traccia di alcuni lavori che l’indicizzatore già pronto potrebbe non supportare.
Nelle prossime parti ci cimenteremo nello sviluppo di un’API per un semplice smart contract, quindi assicuratevi di seguire il blog per non perdervi i prossimi aggiornamenti!

Il web3 è sicuro, se sai quello che fai


Mentre ero affacendato nella preparazione del prossimo articolo su Bitcoin, e tutto il mondo che gli ruota attorno, mi sono imbattuto in un post Linkedin che recitava esattamente “Il web3 è sicuro, se sai quello che fai”.

Questo pensiero mi ha intrattenuto in una serie di pensieri articolati che proverò a sciorinare senza esprimere verdetti ma dando, come sempre, il mio parere personale.

Consapevolezza

I progressi tecnologici diventano veramente di massa nel momento in cui l’avanzamento delle nuove tecnologie si evolve talmente tanto da diventare quasi invisibile per cui il loro utilizzo si trasforma in uno standard in nuova gestualità a cui non dobbiamo più pensare. Oggi quasi chiunque ha familiarità con l’account di posta, con l’uso di diversi tool di messaggistica (su pc e smartphone) o anche l’uso di vari sistemi di pagamento tra carte di credito, pagamenti online o anche tramite App su smartphone e smartwatch.

Molta della tecnologia appena descritta fruisce dalle pagine web dei nostri browser che usiamo per comprare su Amazon, per scrivere messaggi su Whatsapp, per sbrigare una commissione amministrativa sui portali delle Regioni magari usando un sistema SPID e molto altro ancora. A tutto ciò che potremmo includere in quelli che sono ad oggi la base portante dei servizi web online su quello che viene chiamato WEB 2.0 si sono aggiunti e continuano ad aggiungersi nuovi servizi con nuove modalità che sono quelli che appartengono alla galassia del WEB 3.0, tra i quali spiccano certamente in pole-position le crypto, gli nft ed i metaversi.

Ma in molti servizi giornalistici/TG continuano a comparire i rischi di frode dati dalla poca conoscenza delle metodologie migliori per gestire i propri dati personali durante l’uso dei servizi online, per cui filoni come il Phishing sono ancora oggi una delle minacce più importanti per le frodi online, frodi che spaziano dal furto di identità online da rivendere nel DarkWeb fino al furto di username/password per l’accesso a servizi bancari, carte di credito e quant’altro.

Dunque sarebbe logico affermare che ci troviamo ancora in una fase di “studio” da parte della CriticalMass nell’imparare i metodi per un uso consapevole dei mezzi informatici, potremmo paragonarci all’inizio del ‘900 in cui l’uso dell’automobile iniziava a diffondersi ma ancora non esistevano molti sistemi di verifica e controllo per un uso intelligente e consapevole da parte dei neo possessori dell’auto, mancanza di segnaletica stradale, mancanza di semafori per un controllo dei flussi di marcia, mancanza dei sistemi di sicurezza e di divisione stradale tra il flusso dei pedoni e quello dei mezzi a 4 ruote etc…. In tutto ciò stiamo gia vivendo l’affiancamento delle tecnologie appartenenti al WEB 3.0 che porta con se sia la necessità di una maggiore conoscenza e consapevolezza da parte dell’utente ma anche di chi sta creando le nuove applicazioni. Infatti potremmo dire che mai come oggi i TEST ed il DEBUG delle Applicazioni web sono di vitale importanza.

I test sono una parte importante di qualsiasi progetto di sviluppo software, ma si sono rivelati particolarmente cruciali per il successo dei progetti Web3. Mentre con le app Web2 si possono verificare registrazioni errate o pagamenti falliti, i bug introdotti nello sviluppo delle app Web3 possono consentire agli utenti malevoli di sgonfiare il valore di un token coniando token in eccesso, modificare le regole di funzionamento di una DAO o persino congelare in modo permanente i fondi collegati a uno smart contract.

Con i progetti Web2, i bug possono essere risolti con semplici rami di correzione che vengono distribuiti prima che altri dati vengano corrotti o che importanti vendite vadano perse. Questo non è il caso di Web3: i bug in un’applicazione Web3 sono permanenti, poiché qualsiasi smart contract distribuito sulla blockchain è immutabile. Si può trovare una soluzione, ma una volta che il contratto è attivo diventa impossibile implementarla.

Possiamo realisticamente pensare di scrivere codice invulnerabile agli attacchi? L’idea di una sicurezza perfetta, anche nel Web3, è un’aspirazione impossibile ?!. Tuttavia, con test adeguati ed una maggiore conoscenza da parte di tutti gli attori, possiamo ridurre le superfici di attacco per i malintenzionati.

SAFER SMART CONTRACTS

Proverò ora ad introdurre un nuovissimo sistema di TESTING che potrebbe essere di aiuto nella gestione e verifica della stesura degli SmartContracts per Bitcoin, questo strumento si chiama CLARITY.

Clarity porta i contratti intelligenti in Bitcoin usando un linguaggio decidibile (che può essere deciso, cioè risolto, stabilito, determinato), il che significa che si può sapere con certezza dal codice stesso cosa farà il programma. Clarity è interpretato (non compilato) ed il suo codice sorgente è pubblicato sulla blockchain. Clarity offre così agli sviluppatori un modo sicuro per costruire contratti intelligenti complessi per la blockchain più sicura del mondo.

I progetti Clarity vengono creati con Clarinet (clarinet è un runtime di Clarity confezionato come strumento a riga di comando, progettato per facilitare la comprensione, lo sviluppo, il test e la distribuzione dei contratti intelligenti) sono dotati di un framework di test TypeScript integrato. Utilizzando questo framework è possibile distribuire i nostri smart contract su catene di test per eseguire le nostre varie funzioni su di esse. Questo ci permette di simulare funzioni pubbliche e di sola lettura e di verificare come accedono e modificano lo stato della catena.

Conclusioni

Dunque se una maggiore integrazione di sistemi per i test è fondamentale per una buona progettazione Web3, allora conoscere gli strumenti di test migliori è fondamentale per scrivere test ottimi e a copertura totale. Per il momento posso solo consigliare a coloro che sono interessati all’argomento di dare un’occhiata al materiale distribuito sullo spazio Github del progetto:

https://github.com/clarity-lang

L’importanza ed il valore del Web3

Durante la preparazione del secondo articolo su #Bitcoin 1 anno di studio, ho riflettuto su alcune considerazioni che spesso si fanno al volo nel momento in cui si sentono determinate notizie su prossimi fenomeni sociali e/o sconvolgimenti degli assunti modelli di Status quo.

Quasi come una profezia sul futuro, o forse come un monito al cambiamento sociale verso cui ci stanno spingendo, uno dei nuovi mantra più rilevanti lo ha da tempo messo in agenda il World Economic Forum, che già dal lontano 2017 ha iniziato a proporre un messaggio che potremmo tradurre in questa immagine:

Letto velocemente e senza riflettere su quali siano le evidenze della nostra vita quotidiana di Occidentali privilegiati, sembra una forzatura, ma se provassimo ad analizzare insieme ciò che abbiamo attorno, potremo vedere che i semi di questo frutto avvelenato stanno gi crescendo nell’humus della nostra società, una società che, rispetto a quella dei nostri nonni o anche solo dei nostri genitori (intendendo perlomeno i baby boomers, dunque persone nate tra il 1945 ed il 1965), è stata spinta ad un sostanziale distacco dalla condivisione dei problemi della comunità, creando una sorta di noncuranza apatica, che negli ultimi 2 anni si è trasformata in “distanziamento”.

Un cambiamento sociale che nel dopo guerra era sinonimo di mutuo soccorso tra le persone, e che invece oggi ha assunto il ben più lugubre significato di : “…tutto è stato trasformato in intrattenimento e le persone non hanno più voluto preoccuparsi di problemi difficili”, ossia di quei problemi, politici, industriali, economici che sembrano così complicati al punto che finiamo col pensare che “non sono affar nostro” e che, per organizzare e gestire i quali, si debba delegare tutto agli esperti, ai tecnici, agli scienziati (i virologi), gli amministratori delegati, i grandi finanzieri, i media mainstrem, i moralizzatori… “…sapranno ben loro occuparsi di tutto per noi, assicurandoci la felicità”.

Io ho trascorso infanzia e giovinezza tra gli anni 70-80 e le case erano piene di dischi in vinile, musicassette, video cassette, cartucce di video giochi, album fotografici etc……; quindi possedevamo fisicamente le nostre collezioni di arte nelle sue differenti forme.
Ma OGGI ??

  • la Musica la “paghiamo” (non la compriamo) su Spotify;
  • i Film li vediamo in streaming da Netflix, Disney channel etc…..;
  • i Video giochi si stanno spostando su piattaforme di streaming online e a breve sui Metaversi;
  • le Fotografie sono tutte nel cloud tra servizi Social come FB o Instagram che usiamo come store (magazzino) della nostra vita
  • i Documenti li scriviamo, li condividiamo su piattaforme come GoogleDocs;
  • i Progetti sono parcheggiati su piattaforme cloud come Github
  • i Server aziendali sono quasi tutti nel cloud di AWS e simili, tra macchine virtuali senza alcuna identità

e potrei continuare ancora a lungo. Dunque che cosa succede se e quando uno di questi servizi ha problemi di connessione di qualunque genere, e negli ultimissimi anni è capitato un pò a tutti i Big del Cloud di avere delle cadute di servizio improvvise, a volte anche di diverse ore. Abbiamo così visto uffici impossibilitati a gestire i documenti, le fatture, le spedizioni o solo a mandare email , riunioni annullate, disservizi di ogni genere in ambito lavorativo/professionale. E nella vita personale ??, cosa succede se Netflix non funziona o non riesci a rinnovare l’abbonamento? come la ascolti la musica se Spotify ti chiude l’utenza, magari per sbaglio, magari per altri motivi, che fine fa tutto il lavoro di creazione delle tue splendide Playlist?, perso in un attimo, e le foto di una vita ?, le vacanze, il primo giorno di scuola dei figli etc…. cosa accade se Facebook cambia il regolamento delle politiche aziendali e magari!! a causa di quel post in cui hai criticato l’ultima iniziativa del governo vieni segnalato ed il tuo account viene sospeso o cancellato?

Questa lunga premessa era d’obbligo per cercare di farvi entrare nel ragionamento per cui personalmente penso che il Web 2, quello che viviamo ancora oggi, si sia strasformato in un sistema ultra centralizzato in cui pochi attori decidono le sorti dei loro utenti, altro che il motto “il cliente ha sempre ragione”, qui il cliente può solo fare ACCETTA ad ogni aggiornamento di regolamento del Social di turno, oppure finire estromesso dalla sua esistenza virtuale, SI perchè siamo noi, tuenti e creator che creiamo i contenuti dei loro Social ma i padroni di quei contenuti, stranamente, non siamo noi ma sono loro.

Ma come siamo arrivati a questo e perchè nutro la speranza che il web3 possa riportarci ai fasti del web1 ma con in più l’innovazione e l’accento sulla proprietà personale delle informazioni.

L’evoluzione di Internet

WEB 1.

Il web1 , che possiamo inquadrare nel periodo che va, all’incirca, tra il 1990 ed il 2005, riguardava fondamentalmente la nascita e la prolificazione dei protocolli del web aperti, decentralizzati e governati dalle community, certo la comunicazione era unidirezionale ma chiunque poteva aprirsi un sito, un blog e condividere i propri interessi senza censura.

Tutto ciò significava che, inizialmente, le persone o le aziende potevano aumentare la loro presenza su Internet sapendo che le regole del gioco non sarebbero cambiate in seguito. In questa prima fase sono così nati i più importanti soggetti del web quali Yahoo, Google e Amazon.

WEB 2.

Con il web2 (all’incirca 2005-2020) si sono successivamente sviluppati tutta una serie di servizi centralizzati gestiti da società che si sono trasformate in Monopolio del web. La maggior parte del valore è stato acquisito da una manciata di aziende come Google, Apple, Amazon e Facebook, avvantaggiate dalla crescita esplosiva degli smartphone che ha generato la tendenza all’uso delle app, che sono diventate ad oggi la maggior parte dell’uso quotidiano di Internet. Questo ha fatto si che alla fine gli utenti sono migrati dai servizi aperti a questi servizi centralizzati, inizialmente più sofisticati.

Bene ma non BENISSIMO; certamente questo ha fatto si che miliardi di persone abbiano avuto accesso a tecnologie straordinarie, molte delle quali erano gratuite ma, la cattiva notizia è che è diventato molto più difficile per startup, senza appoggio di Venture Capitalist, riuscire ad aumentare la propria presenza su Internet senza preoccuparsi che le piattaforme centralizzate cambiassero le regole su di loro in corso d’opera, portandogli via pubblico e profitti. Di riflesso, anche se potrebbe non sembrare, questo ha soffocato l’innovazione, rendendo Internet meno interessante e dinamico. La CENTRALIZZAZIONE ha anche, in seconda battuta, creato tensioni sociali più ampie, generando un sistema di controllo e censura del web che ritroviamo in concetti come fake news, fact checker , privazione della privacy degli utenti per un bene più alto e tanto altro.

Ci troviamo in questo momento storico all’inizio di un nuovo paradigma, poichè stiamo vivendo la nascita dell’era web3, che combina l’etica decentralizzata e governata dalla community del web1 con le funzionalità avanzate e moderne del web2.

WEB 3.

Il web3 è l’Internet della proprietà e degli utenti, non più delle multi nazionali della Silicon Valley, dove il tutto viene orchestrato attraverso i #token. Innanzitutto, diamo un’occhiata ai problemi delle piattaforme centralizzate.

Le piattaforme centralizzate seguono un ciclo di vita prevedibile e, all’inizio, fanno tutto il possibile per reclutare utenti per formare una community e creatori di contenuti da eleggere ad influencer, cercano il sostegno di grandi Brand così da poter rafforzare il loro effetto e la loro presenza in rete.

Man mano che le piattaforme aumentano la curva di adozione, il loro potere sugli utenti e sulle terze parti cresce costantemente, a tal punto che una volta raggiunta la vetta della curva di crescita/adozione, le loro relazioni con i partecipanti alla rete si azzerano, trasformando i propri partner in competitor: esempi famosi di questo sono Microsoft contro Netscape, Google contro Yelp, Facebook contro Zynga etc, e gli utenti che hanno formato la massa di adozione vengono controllati con sempre più aggiornamenti dei regolamenti della community, che di community a questo punto hanno ben poco visto che non esiste una votazione per la decisione delle modifiche e se vuoi rimanere nel Social puoi solo che cliccare sul campo “accetta”, altrimenti verrai buttato fuori in tempo zero.

Dunque una forma di controllo delle masse basato sul consenso forzato delle “regole della community” ; si arriva così, solo dopo, a capire che che i Social sono solo aziende private con le loro policy aziendali ed i loro interessi commerciali, non sono centri sociali di scambio e divulgazione del pensiero libero democratico.

La Speranza nasce dal fatto che nel web3, la proprietà e il controllo sono decentralizzati, ciò significa che gli utenti possono partecipare attivamente nei progetti, insieme ai costruttori delle nuove piattaforme, possedendo pezzi di servizi Internet tramite il possesso di token, sia non fungibili (NFT) che fungibili (come le criptovalute). I token conferiscono agli utenti dei diritti di proprietà: questi diritti possono riguardare arte, foto, codice, musica, testi, oggetti da gioco, credenziali, diritti di governance, pass di accesso, e, in linea generale, tutto ciò che la gente può immaginare.

BENVENUTI NELLA RIVOLUZIONE DEL WEB 3

Nel prossimo articolo continueremo su questa traccia iniziando a descrivere il mondo del Branding e degli NFT.

Bitcoin un anno di studio


Parte 1 – Bitcoin è tanta roba

E’ passato più di 1 anno dall’ultimo articolo pubblicato sul Blog ed è stato un anno intenso lavorativamente ma ancor di più di studio. Mi sono voluto prendere il tempo necessario per studiare ed approfondire davvero l’argomento Blockchain/Bitcoin che necessitava di quel quid in più per poter arrivare ad avere una vera chiave di lettura sia sul come davvero funziona, addentrandomi davvero ad ogni parte che compone questa straordinaria macchina tecnologica, sia il capirne a fondo le idee rivoluzionarie in ambito sociale e finanziario che lo hanno ispirato, a partire dai movimenti #Chyperpunk degli anni 90.

Dunque in questo anno ho seguito alcuni corsi mirati, uno dei quali durato ben 8 mesi, che mi hanno pemesso di comprendere meglio i tanti, molti, aspetti non solo tecnologici che ruotano attorno a Bitcoin.

Questo perchè troppo spesso si pensa ad una tecnologia come un software o hardware da sviluppare, gestire, espandere etc….. mentre in questo specifico caso stiamo parlando di qualcosa che, oltre al suo già ampio bagaglio tecnologico (… vedi: Reti & Protocolli, Cybersecurity, Crittografia, Programmazione Smartcontract , NFT, A.I. etc…) necessità dello studio di tematiche quali:

  • Eco sostenibilità dell’era digitale
  • Etica nel digitale e fairness degli algoritmi
  • Teoria dei Giochi & Byzantine Fault Tollerance
  • Storia della Moneta e concetti di Finanza
  • Ecosistemi e DeFi
  • Regolamentazione giuridica
  • Privacy e Fiscalità

…… etc ! Dunque l’argomento è vasto e richiede di studiare molte materie non direttamente legate all’informatica.


Ora, prima di addentrarci nel lungo cammino di che cosa ho imparato sul funzionamento di #Bitcoin, proverò a fare un ripasso su ciò che credo sia importante capire di “che cosa è Bitcoin“.

Che cosa hai imparato da Bitcoin?

Se mi fossi fatto questa domanda prima di questa pausa di studio avrei iniziato sicuramente descrivendo come funziona, il mining, gli hash, le caratteristiche di sicurezza della crittografia etc…. ma non avrei quasi sicuramente parlato degli aspetti sociali e filosofici che sono alla base di questa rivoluzionaria strategia tecnologica per la quale l’aspetto tecnico è il motore per far funzionare gli aspetti economico-sociali che lo hanno ispirato.

Premessa

<<Bitcoin aiuta a superare l’ignoranza finanziaria>>, se ci riflettiamo possiamo un pò tutti confermare che, nell’arco degli studi elementari/medie/superiori vengono insegnate : scienze, matematica, chimica, fisica, storia etc…. ; ma quando viene insegnata l’economia-finanza ?? bisogna attendere l’Università se si decide di andare a seguire alcuni indirizzi specifici; dunque la maggioranza di noi ignora i termini della finanza o dell’economia spiccia, che vediamo come un’arte oscura e che deleghiamo alle banche ed ai politici, nulla di più SBAGLIATO e di deleterio per il nostro futuro.

Partiamo

Bitcoin come accennato poco sopra è figlio di molte discipline che si interconnettono, inoltre essendo una “cosa nuova” non è equiparabile a tecnologie precedenti, eviterò quindi di definirlo come molti fanno in giro per il web con vezzeggiativi quali: “oro digitale, internet del denaro” …etc.. dirò semplicemente che Bitcoin si basa essenzialmente su due importanti aspetti decentralizzazione e immutabilità.

Proviamo a guardare al Bitcoin come ad un contratto sociale automatizzato il cui software è solo un ingranaggio del puzzle, ma anche con la Banca facciamo un contratto di cui però non conosciamo le regole perchè con le istituzioni subentra un aspetto di “fiducia” che fa si che non si vada mai ad approfondire quali regolamenti gestiscono realmente i nostri soldi. Già i nostri soldi….. quanti di noi sanno che cosa dice l’articolo 1834 del Codice Civile ??? Beh questo articolo recita così :

[[ “Articolo 1834 Codice Civile
(R.D. 16 marzo 1942, n. 262)
[Aggiornato al 01/12/2021]
Depositi di danaro
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi“. ]]


Quindi i soldi sono i tuoi fino a che non li depositi in banca o quando li ritiri in contante (chiedendo se cortesemente te li fanno prendere poichè anche sul ritiro cospicuo dei propri soldi esistono limitazioni di quantità), in tutte le altre fasi il tuo denaro non è tuo e la banca lo gestirà come meglio le farà comodo. SAPPILO !!”

Tenendo ben presente come negli ultimi tempi sia facile per un istituto bancario bloccare i conti dei propri clienti, con scuse tra le più disparate, possiamo far evolvere ed aggiornare quello che era il significato del “I NOSTRI SOLDI” ad un concetto aleatorio, in pratica sono in ostaggio della banca che potrebbe ridarceli come no, vedi i casi negli ultimi 2/3 anni accaduti a residenti in Italia di origine Russa o Iraniana, i cui conti correnti sono stati CHIUSI senza se e senza ma, che tradotto vuol dire che i tuoi soldi sono svaniti.

Tutto questo accade quindi per merito di regolamenti di cui ignoriamo l’esistenza e per quel finto concetto di sicurezza verso le istituzioni alle quali molto volentieri deleghiamo il da farsi:
<< “ma si ci penseranno loro, io mi fido, del resto non ho nulla da nascondere…“. >>
Questo con Bitcoin non può accadere perchè per gestire i tuoi fondi in Bitcoin devi studiare, capire, prenderti le tue responsabilità, imparare che non esiste il concetto di fiducia ma di verifica e solo a quel punto sarai pronto per amministrare i TUOI beni, perchè in questo paradigma i tuoi beni saranno davvero i tuoi, al punto che se non condividerai come gestirli con coloro di cui ti fidi (moglie, figli etc…) neppure loro potranno prendere possesso dei TUOI beni.
Ma come per tutte le cose belle c’è un prezzo da pagare, in questo caso “non si ammette ignoranza”. Certo puoi iniziare con il capire come funziona aprendoti un conto su uno dei tanti Exchange (Coinbase, Binance, Kraken…etc) ma poi bisogna diventare responsabili e fare quel passo in più che da la libertà di decidere per i propri averi senza interlocutori.

LA SCARSITA’

Il primo concetto da cui partiamo per descrivere i concetti base di Bitcoin è quello della “scarsità”; cos’è che da valore a Bitcoin?

“Solo due cose scarseggiano davvero: il tempo e i bitcoin”
by Saifedean Ammous (economist)
@saifedean

Il concetto di scarsità è conosciuto dall’uomo dall’origine dei tempi e in molte epoche diverse questo ruolo è stato ricoperto da svariati “asset” come il grano, il sale, le spezie etc….. la difficoltà nel reperire questi ed altri asset, la quantità recuperata e/o estratta (pensiamo ai raccolti o alla scoperta di nuove venature di materiali preziosi) rendeva il loro prezzo oscillante nel corto e medio tempo. Tra questi asset sicuramente due hanno accompagnato gli uomini fino ai giorni moderni, l’oro e l’argento e solo la separazione da questi asset, iniziata verso la fine del 1800 e conclusasi tra gli anni 60 e 70 del ‘900 ci hanno portati alla dipendenza forzosa verso le monete FIAT, ma della storia della moneta parleremo meglio nei prossimi articoli.

La produzione eccessiva di un asset, che sia esso una moneta o la scoperta di nuovi giacimenti di petrolio, non è necessariamente un bene, anzi comporta alcuni fenomeni distorsivi nell’ecconomia. Bitcoin, al contrario è un bene digitale scarso dal momento della sua creazione, destinato ad avere una produzione limitata e conosciuta nel tempo, 21 milioni, che lo renderà sempre più prezioso, più prezioso dell’oro stesso, con cui spesso viene comparato, perchè nel momento in cui venisse scoperto un nuovo giacimento di oro la sua scarsità diminuirebbe e di conseguenza il suo prezzo destinato a scendere e ad oscillare.

<< Esempio : 22 Giugno 2022 – “Nuovi e ricchi giacimenti minerari di oro sono stati trovati in Uganda. ll volume delle riserve è stimato in 31 milioni di tonnellate di minerale d’oro.”>>

Bitcoin è, ma soprattutto sarà, probabilmente lo strumento migliore per il trasferimento di valore senza confini, virtualmente resistente alla censura e alla confisca, così com’è una riserva  di valore autosufficiente, che consente agli individui di immagazzinare la loro ricchezza indipendentemente da banche e governi.

A questo punto giustamente qualcuno potrebbe osservare che comunque la si voglia raccontare anche Bitcoin risente dei mercati e dei cicli di inflazione, motivo per cui sale e scende di valore; è indubbiamente vero, ad oggi, ma credo che questa situazione cesserà di esistere molto presto, questo per il fatto che proprio la sua offerta strettamente limitata ai 21 mln ad un certo punto assesterà l’inflazione, non a caso oggi possiamo suddividere il mondo monetario in due filoni, quello inflazionistico, in cui il denaro viene stampato (e se digitale viene semplicemente creato al computer) arbitrariamente, e poi c’è Bitcoin, la cui offerta finale è fissa e facilmente verificabile per tutti, dunque non si possono fare giochini di bilancio e frodi per far apparire magicamente soldi che non c’erano, così come fanno tutte le banche centrali.

Dunque, SI, Bitcoin è ancora molto giovane e come conseguenza si porta ancora dietro un pò di “volatilità” per cui al momento risente di una capacità di immagazzinare valore in modo affidabile sulla base di ciò che conosciamo noi oggi, ossia il metodo di assegnazione del valore dei mercati di scambio azionari per cui ragionando ancora secondo le loro metriche si fa fatica a determinare il giusto prezzo di questa nuova moneta, sarà il paradigma di valore che cambierà man mano che il Bitcoin verrà conosciuto e capito.
Questi due mondi hanno di fondo un’enorme differenza sociale poichè il primo è politico e gestito dalla grande finanza e viene imposto con le guerre (pensate come nella storia dell’uomo siano state imposte molte monete, quelle degli imperi vincitori, per poi sparire per essere sostituiti dal nuovo potente di turno), l’altro può essere adottato da chiunque desidera farlo, senza nessuna barriera all’ingresso, nessuno a cui chiedere il permesso ed in cui la partecipazione è volontaria…… ecco questa è la grande bellezza di Bitcoin.

Perchè ho voluto sottolineare alcuni aspetti così negativi delle monete di uso comune, le monete Fiat ?, beh pochi ci pensano ma degli 8 miliardi di persone che siamo su questa Terra non tutti hanno accesso ad un conto corrente bancario, non tutti possono o riescono ad aprirlo ma tutti in un modo o nell’altro necessitano di soldi e devono poterli gestire, Bitcoin ed il meccanismo della Blockchain (ovviamente intendendo quella permissionless o originale, come preferite definirla) non pongono barriere di accesso al denaro ne condizionano l’uso tramite enti o persone terze che ne dettino le regole d’uso.

Ignoranza finanziaria

Poco fa abbiamo accennato a quanto spiccata sia l’ignoranza in ambito finanziario ed anche semplicemente dei termini economici, ma per poter comprendere un nuovo sistema monetario, bisogna prima familiarizzare con il vecchio.

Proviamo a fare un piccolo TEST – sapresti rispondere alle seguenti macro domande??

  • Come funziona il sistema bancario ?
  • Come funziona il mercato azionario ?
  • Che cosa sono le monete Fiat ?
  • Perchè esiste un debito così alto ? Perchè non si riesce a cancellarlo?
  • Quanto denaro può essere stampato? Chi lo decide?

PS: va sempre tenuto a mente che da quando non c’è più il Gold Standard (che spiegheremo meglio in un prossimo articolo) e sono state introdotte le monete Fiat, è comparso il concetto di soldi “stampabili” per cui chi detiene il potere di stampare può stamparne quanto ne vuole, di conseguenza i soldi che possono essere stampati verranno stampati questo perchè senza dei limiti oggettivi o fisici ci sarà sempre da parte dell’uomo la tentazione di approfittare di questo potere pur sapendo che troppi soldi in circolazione portano a più inflazione. Eppure mentre alcuni economisti sostengono che l’inflazione è una cosa positiva, altri sostengono che il denaro vero , non inflazionabile facilmente, come quello basato appunto sul Gold Standard, è essenziale per un sistema economico sano.
Bitcoin elimina la tentazione umana a stampare denaro e lo fa in un modo molto ingegnoso, infatti Satoshi (e/o chi per lui) era evidentemente ben consapevole dell’avidità per cui ha basato tutto il meccanismo di determinazione e gestione di Bitcoin sulla matematica.


Personalmente concordo con la seconda visione tenendo in considerazione che gli effetti negativi dell’inflazione (peggio ancora se associati anche ad una stagflazione) non sono immediatamente evidenti, infatti , a secondo del tasso di inflazione, il tempo che intercorre tra la causa e l’effetto può durare anche diversi anni, inoltre l’inflazione influisce in modo pesante su alcuni tipologie di persone, o gruppi sociali, rispetto che altri.
Un esempio di questa situazione la possiamo vedere oggi negli U.S.A. che dopo aver usato metodi come l’helicopter money (il Governo eroga soldi a fondo perduto tramite la banca centrale, direttamente nelle tasche dei cittadini e delle imprese) per sopperire alle perdite di lavoro e di chiusura di molte attività lavorative a causa dei Lock down, oggi come conseguenza di quel mix di situazioni e scelte, si ritrova con troppo denaro immesso direttamente nell’economia reale – aumentando così il totale della moneta in circolazione nell’economia senza una crescita parallela della produzione di beni o servizi, nel tentativo di evitare che i consumi ed i prezzi aumentino in modo improvviso nell’immediato, cercando di non far fermare di colpo l’economia (recessione). Tutto questo però genera nel tempo nuovi livelli sempre crescenti di inflazione che faranno aumentare tutti i costi dei beni e dei servizi annessi e, nei casi peggiori, come quelli che stiamo vivendo in questo periodo storico, possono portare alla STAGFLAZIONE ossia ad un tipo di ciclo economico dettato da due fenomeni concomitanti di stagnazione (recessione) e d’inflazione.

Come si capisce dall’evolversi di questo primo articolo a tema Bitcoin, l’argomento è davvero ampio, dunque prima di chiudere questo primo articolo ci tengo ad inserire un concetto bancario molto importante e che determina alcuni degli aspetti negativi ai quali cerchiamo delle risposte, non facili da trovare in particolare fino a quando non ci si addentra volontariamente nello studio della materia economico-finanziaria.

La Riserva frazionaria bancaria

L’economia, la Finanza e lo stesso Denaro non sono argomenti banali da trattare, soprattutto al giorno d’oggi e, tra le cose meno banali da capire e valutare c’è certamente il processo di creazione della moneta all’interno del nostro sistema bancario. Attenzione però non voglio dire che gli argomenti siano difficili, cosa che innesca la reazione del “non ci capisco nulla, facciano loro, io mi fido…” ma è il sistema che lo trasforma in apparentemente complesso, nascondendo i concetti dietro a strati di gergo tecnico e ad inglesismi al solo scopo di confondere e creare una barriera verso la gente. E’ chiaro che se parlando di moneta e sistema bancario iniziassi a colorire le frasi con termini come “quantitative easing, Loan, investment found, Yeld, Bail-Out & Bail-In” … etc, diventerebbe subito palese che il comune cittadino non può che rimane confuso finendo spesso col decidere di non voler approfondire un qualcosa che invece lo toccherà direttamente nelle tasche.

Purtroppo da qui si innesca un meccanismo di protezione delle persone che finiscono persino con il coniare modi di dire come: “avere soldi è peggio che non averli” ; ovviamente questa “battuta” è assolutamente infondata e basata unicamente sulla pigrizia nel doversi informare, almeno minimamente, su come andrebbe gestito il proprio denaro, ed invece si preferisce DELEGARE , deleghiamo alla banca, deleghiamo al notaio, all’avvocato, al commercialista, al dottore …… insomma a chiunque si prenda lo sbattimento di studiare ciò che noi non abbiamo voglia di comprendere.

WTF ?!

Torniamo al tema per spiegare il quale vorrei citare un’intervento fatto dall’Euro parlamentare inglese Godfrey Bloom, il quale dichiarò che :

“Tutte le banche sono in bancarotta. Banca Santander, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland… sono tutte al verde! E perché sono al verde? Non è un atto divino. Non è una specie di tsunami. Sono al verde perché noi abbiamo un sistema chiamato “banca a riserva frazionaria”, il che significa che le banche possono prestare denaro che in realtà non hanno! È uno scandalo criminale che va avanti da troppo tempo […] La stampa artificiale di denaro è tale per cui, se una persona comune lo facesse, andrebbe in prigione per molto tempo […] e fino a quando non iniziamo a mandare i banchieri — e includo banchieri centrali e i politici — in prigione per questo, l’oltraggio continuerà.“

Per sintetizzare questo concetto potremo dire che la riserva frazionaria altro non è che un metodo attraverso cui le banche creano denaro, ex novo, praticamente dal nulla attraverso un semplice click su un computer.

Se per esempio i correntisti di una stessa filiale bancaria, provassero tutti insieme ad andare allo sportello della banca a richiedere il loro denaro depositato, sapete cosa accadrebbe? l’impiegato allo sportello sarebbe costretto a comunicar loro che i soldi non attualmente sono disponibili e di ritornare dopo qualche giorno ma su invito della banca.

Il motivo? I vostri soldi in quella banca NON ESISTONO fisicamente.

La riserva frazionaria rende possibile alle banche svolgere legalmente un’attività criminale molto profittevole, rendendo così il sistema economico strutturalmente instabile e cioè necessariamente esposto a cicli economici di boom e crisi.

Godfrey Bloom – intervento all’Europarlamento – “La riserva frazionaria è il cuore del problema”

Dunque volendo ulteriormente fissare il concetto principale esposto anche nel video possiamo ribadire che:
le banche possono prestare denaro che loro in realtà non posseggono

Ed in effetti, grazie alla riserva frazionaria bancaria, una banca ha l’obbligo di detenere solo una piccola frazione (di solito intorno al 10%) di ogni dollaro/euro che ottiene dai depositi dei correntisti. Dunque che cosa fanno le banche con il resto dei soldi? che cosa succede a quel 90% (o più) che possono utilizzare a loro piacere? Beh lo prestano a copertura di altri investimenti, speculano su titoli azionari, li investono in altri asset, vedi la crisi dei mutui Subprime americani del 2008, ossia prestiti ad alto rischio finanziario erogati dagli istituti di credito in favore di clienti a forte rischio debitorio (insolvenza), dunque facenti parte di un fenomeno tipico di eccessiva speculazione finanziaria.

Conclusione

Nella speranza di essere stato in grado di farvi capire quale straordinario mondo ruota ai mille aspetti toccati da Bitcoin, nel prossimo articolo affronteremo tra gli altri argomenti le differenze sulle tematiche finanziarie tra economisti keynesiani e la scuola austriaca.