
Docker costruire i contenitori
Recentemente abbiamo parlato della virtualizzazione tramite Docker (vedi articolo Docker – cosi cambia la virtualizzazione) e, prima di proseguire sara’ meglio rifare una piccola introduzione.
Docker e’ indubbiamente una valida alternativa alla virtualizzazione tradizionale nel mondo Linux. Questo tipo di virtualizzazione, detta a “container” non emula un’ intero hardware come fanno invece gli hypervisor tipo VMware, Virtualbox, Xen o KVM, ma crea invece dei “contenitori” nel sistema operativo dove possono essere messe in esecuzione applicazioni di vario genere in modo del tutto separato una dall’altra.
Dato che con il cloud il ruolo del sistema operativo diventa sempre meno importante perchè si punta più sullo strato applicativo, PaaS, rendendo il tutto più flessibile. A questo punto se dovessimo far girare 1000 clienti su un ambiente condiviso, diventerebbe interessante disporre di una tecnologia di virtualizzazione che riduca al minimo fisiologico gli overhead.
La virtualizzazione classica non è così, perchè per ogni ambiente applicativo, riservato ad un cliente, si dovrebbe lanciare una intera macchina virtuale con dentro l’intero sistema operativo. E allora perchè non condividere lo stesso sistema operativo e invece isolare solo gli ambienti di esecuzione delle applicazioni , tipo application server, DB ecc…
I container sono dunque alla base dei moderni servizi cloud di tipo PaaS (Platform as a service) che usano questo tipo di virtualizzazione per misurare il consumo di risorse ed assegnarne i limiti.
Ad esempio, se su uno stesso server fisico, con una soluzione di virtualizzazione di tipo hypervisor si possono ospitare, supponiamo 50 virtual machines, con la virtualizzazione a container si potra’ arrivare anche a 1000 container. Questo perchè un container di per sè è solo un contenitore di processi, mentre una virtual machine completa contiene tutto un ambiente operativo emulato.
Il container può anche essere portabile, infatti ci basta copiare la directory che contiene il filesystem modificato dall’utente dopo la creazione del container, un piccolo file di configurazione, ed il container diventera’ eseguibile su qualsiasi sistema che supporti LXC.
Il concetto è talmente interessante, che qualcuno ha pensato di fare un sistema operativo Linux interamente basato sui container, in cui non c’è nemmeno un package manager perchè si assume che gli applicativi saranno solo in forma di container. Coreos è nato proprio con il principio di supportare ambienti di esecuzione a container, togliendo dal sistema tutto quello che non è strettamente necessario per farlo funzionare.
INSTALLAZIONE
Abbiamo tre possibili metodi d’installazione :
1) Centos
sudo yum -y install docker-io
2) Debian/Ubuntu
sudo apt-get update sudo apt-get install docker.io sudo sudo apt-get install lxc-docker
3) Download con Curl
sudo curl -sSL https://get.docker.io/ubuntu/ | sudo sh
* Linkiamo docker alla nostra bash
ln -sf /usr/bin/docker.io /usr/local/bin/docker sed -i '$acomplete -F _docker docker' /etc/bash_completion.d/docker.io
* Rendiamo docker attivo all’avvio
update-rc.d docker.io defaults
P.S.: Ci sono molti contenitori già disponibili nella community docker, che possono essere trovati attraverso una ricerca. Ad esempio con questo comando cerchero’ la parola debian:
# docker search debian NAME DESCRIPTION STARS OFFICIAL AUTOMATED debian Debianbaseimage 310 [OK] google/debian 31 [OK]
….e molte altre che potrete leggere dall’output completo.
** Installiamo e facciamo provisioning con una immagine Centos
# docker pull blalor/centos # GitHub blalor/docker-centos-base image
oppure per chi fosse interessato ad una immagine con gia inserito il tool Ansible (per il Configuration Management ed IT Automation) di cui ho da poco parlato, potra’ scegliere quest’altra immagine.
sudo docker pull ansible/centos7-ansible # GitHub Ansible on Centos7 Pulling repository ansible/centos7-ansible fff2afd18a57: Download complete
Avviamo un container docker
Attiveremo ora un contenitore centos-base con una shell bash, utilizzando il comando run. Docker eseguira’ questo comando in un nuovo contenitore, -i attribuisce stdin e stdout, -t assegna un terminale.
docker run -i -t centos /bin/bash
Questo è tutto! Adesso stai usando una shell bash all’interno di un contenitore centos.
Per scollegarsi dalla shell la sequenza di escape e’ : Ctrl-p + Ctrl-q.
Diamo un’occhiata ai processi attivi tramite :
# docker ps -a CONTAINER ID IMAGE COMMAND CREATED fff2afd18a57 blalor/centos /bin/bash About an hour ago
Il Dockerfile
Per automatizzare la procedura di creazione e modifica di un container docker, possiamo utilizzare il Dockerfile, che è una delle parti principali di Docker, infatti attraverso il Dockerfile è possibile non solo fare il deploy istantaneo automatizzato di più istanze e più container, ma è anche possibile eseguire il provisioning di queste istanze, automatizzando task di gestione del sistema, installazione del software e molto altro.
Nel prossimo articolo vedremo un esempio utile, utilizzando ad esempio un’applicazione leggera, che puo’ lavorare molto bene in un contenitore, come NGINX, il noto server web/cached per la gestione di siti web/proxy ad alto carico.
#DockerContainerAvviato
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