Sovraccarico di rete

sovraccarico_reteCome visto nel precedente articolo “ottimizzare la connessione ad internet” spesso ci si deve destreggiare, con l’aiuto di alcuni tool ad hoc, per poter far funzionare al massimo la nostra connessione di rete. Ma come possiamo capire se tutto sta funzionando per il meglio, o meglio ancora poter capire quale applicazione stia effettivamente consumando piu’ banda.

Tuttavia conosco due utili applicazioni che possono fare al nostro caso, nethogs ed iftop.

 

La prima è Nethogs utile applicazione che monitora ogni tentativo di connessione da parte di qualsiasi software, ed è disponibile nei repository, quindi per installarla ci basterà dare il comando:

sudo apt-get install nethogs

E successivamente digitare da terminale il comando:

sudo nethogs <INTERFACCIA>

Dove al posto di INTERFACCIA inserirete  la vostra interfaccia di rete. Ad esempio la mia è la  wlan0,quindi digiterò :

sudo nethogs wlan0

Con questa applicazione dovreste cosi riuscire a capire quale applicazione si “frega” per così dire, la vostra banda; per completezza si puo’ anche usare, sempre da terminale, un comando quale :

netstat -tanupv

che elenca le connessioni tcp/udp in ascolto o stabilite nel sistema.

Per vedere invece le connessioni attive sul pc utilizzeremo il software iftop, installabile anch’esso tramite repository, e successivamente utilizzabile tramite il comando :

sudo iftop -i <INTERFACCIA>

quindi ….

sudo iftop -i wlan0

Monitorare le connessioni ed il loro utilizzo di banda non sara’ piu’ un problema…!

Ubuntu Tips and Tricks

Ubuntu-trucchiUbuntu alcuni Trucchi per migliorane l’uso :

1. Cambiamo i programmi di default

Ubuntu viene distribuito con moltissimi programmi che fanno le cose in modo molto simile tra loro, ad esempio come editor di default è settato “nano”, per alcuni di voi pero’ potrebbe essere meglio cambiare e avere “vim”.

La strada più facile per farlo è usare il programma update-alternatives; questo tool di gestione mantiene dei link simbolici nel PATH /etc/alternatives ,  che determinano quali programmi lanciare di default, per alcuni programmi come ftp, system, editor, telnet, rsh, windows manager ecc…; per avere la lista completa basta digitare:
ls -la /etc/alternatives/

ora per modificare l’editor di default per passare da nano a vim è sufficiente digitare:

sudo update-alternatives –config editor

apparirà qualcosa simile a questo:

There are 3 alternatives which provide `editor’.

Selection Alternative
———————————————–
1 /usr/bin/vim
2 /bin/ed
*+ 3 /bin/nano

Press enter to keep the default[*], or type selection number:

a questo punto è sufficiente premere 1 per avere vim come editor di default.

2. Come installare un pacchetto:

Quasi tutti i software che volete installare in ubuntu sono presenti nei repositories di default ed è semplice installarli tramite programmi grafici come Synaptic o simili. Cosa succede però se si vuole installare un programma come ad esempio Opera (browser) che è disponibile per Ubuntu ma non è presente nei repositories?

In questo caso dobbiamo scaricare il pacchetto debian (.deb) e cliccarci con il tasto destro per poi  aprirlo con GDebi, in alcuni casi è sufficiente il doppio click, GDebi mostrera’ in modo grafico le informazioni sul pacchetto: cosa fa, le varie dipendenze, cosa contiene, ed un tasto per installarlo.

Se invece preferite fare tutto da linea di comando è sufficiente digitare

sudo dpkg -i <nomepacchetto.deb>

3. Sudo e gksudo

Se si e’ usato linux per un pò di tempo, conoscete la potenza distruttiva che può avere un programma lanciato male da root, può modificare la configurazione spostare file di sistema, distruggere dati importanti ecc…

Cosi in Ubuntu hanno pensato un sistema diverso; l’utente root esiste in Ubuntu ma non può essere usato se non attraverso il comando sudo.

Probabilmente già conoscete come funziona sudo tool, ma se volete lanciare un programma grafico come se foste root o un altro utente ? è semplice basta usare gksudo al posto di sudo. Se volete lanciare ethereal (che è un famoso sniffer) come root,  bastera’ lanciare dalla shell il comando gksudo ethereal , vi verra’ richiesta una password (quella del vostro utente) e il programma sarà avviato come utente, ma con i permessi di root, a patto che il vostro utente sia stato precedentemente inserito tra gli utenti nella lista dei sudoers (/etc/sudoers).
Ma in alcuni casi si ha davvero la necessita’ di usare proprio l’utente root da shell e, per ovviare a questo problema si puo’digitare :

sudo -i

4. Aggiungere utenti come admin

Quando installiamo Ubuntu, viene aggiunto in automatico il primo utente come sudoers, questo permette a quell’utente di poter lanciare comandi come se fosse un utente root scrivendo la sua password (cosi come spiegato al punto precedente).

Tuttavia se si aggiungono altri utenti questi non avranno tale privilegio; per poter dare anche ai nuovi utenti questo privilegio bisogna inserirli tra gli utenti “admin” , digitando quanto segue:

sudo usermod -G admin nomeutente

Se l’utente facesse già parte di un’ altro gruppo bastera’ aggiungere al comando l’opzione ” -a ” facendolo diventare:

sudo usermod -a -G admin nomeutente

Se preferite fare il tutto da interfaccia grafica potete andare in Sistema (System) -> Amministrazione (Administration) -> Utenti e Gruppi (Users and Groups), selezionare l’utente a cui si vogliono dare i permessi di sudo e cliccare con il tasto destro, scegliere Propietà e sotto  “Privileggi utente” selezionare “Amministrare il sistema”.

5. Aggiungere un nuovo desktop

Molti utenti non sono sicuri su quale desktop usare, a differenza di sistemi come windows, Linux prevede l’uso di molte, diverse, interfacce grafiche in base alle preferenze dell’utente, ogni Desktop Manager è completamente diverso dagli altri e offre funzionalità diverse, tra i più famosi troviamo Gnome (quello di default), KDE, Xfce e molti altri.

Ubuntu infatti viene distribuito con molti nomi e contenuti diversi oltre all’ Ubuntu classico infatti ci sono Kubuntu, Xubuntu, Edubuntu, ecc…  se se n’ è installato soltanto uno è possibile comunque installare gli altri digitando semplicemente quanto segue senza bisogno di scaricare di nuovo il CD:

sudo apt-get install kubuntu-desktop
sudo apt-get install edubuntu-desktop
sudo apt-get install xubuntu-desktop

Alcuni sono più semplici da usare mentre altri sono più veloci, altri ancora sono più belli, insomma ce n’è per tutti i gusti.

Naturalmente si possono installare anche da interfaccia grafica usando tool come Synaptic.

6. Avanzamento di versione

Ci sono diversi metodi per eseguire un avanzamento di versione da un rilascio di Ubuntu ad un’ altro. Questi descritti sono i metodi raccomandati sulle guide ufficiali, ma fate sempre molta attenzione poiche’ nulla e’ perfetto.

do-release-upgrade

Il metodo di avanzamento raccomandato per la Server Edition è l’utilizzo dell’utilità do-release-upgrade, installata in modo predefinito come parte del pacchetto update-manager-core e priva di alcuna dipendenza grafica.

I sistemi basati su Debian possono ricorrere anche al comando apt-get dist-upgrade. L’uso di do-release-upgrade è comunque raccomandato in quanto è in grado di gestire le modifiche necessarie alla configurazione di sistema tra i rilasci.

Per avanzare ad un nuovo rilascio, da un terminale digitate quindi :

do-release-upgrade

È anche possibile usare do-release-upgrade per avanzare a una versione di sviluppo di Ubuntu. Per fare ciò, usare l’opzione -d:

do-release-upgrade -d

Estraiamo i nostri dati

Ora siamo i felici possessori di una o piu’ immagini su cui abbiamo salvato i nostri preziosi files ma cosa fare adesso per  poterli riutilizzare ???

La prima cosa da fare e’ quella di montare l’immagine su di un’altro PC Linux oppure tramite l’uso della LiveCD rimanere sul PC da cui abbiamo generato il tutto e montare l’immagine su di un supporto esterno (disco, chiavetta ecc..) su cui spostare man mano i dati recuperati. Quest’operazione si puo’ facilmente effettuare tramite il comando :

sudo mount -o loop /media/drive-di-backup/sdd1.image /media/recovery

Ora possiamo dare un’occhiata dentro /media/recovery dentro cui dovreste poter vedere tutti i dati precedentemente salvati ed esportarli/copiarli su di un nuovo supporto o PC. Se invece il comando precedente non dovesse aver dato i suoi frutti bisognera’ passare alle maniere piu’ forti chiamando in causa dei tool piu’ specifici come Foremost Scalpel. Entrambi sono delle utility che, e’ il caso di dire, “vanno a caccia dei files” utilizzando vari formati di header e footer . Foremost e’ il piu’ semplice dei due da usare ma spesso e’ anche il meno efficiente :

sudo foremost -t all -i /media/drive-di-backup/sdd1.image -v -o rescued-file

in pratica le opzioni utilizzate sono le seguenti : -t all = vogliamo tutti i tipi di files ( nel caso volessimo recuperare soltanto alcuni formati potremo modificare questa opzione nel seguente modo : -t jpg,png,tiff ) ; -i <immagine.image> = la nostra immagine di backup ; -v = verbose mode (per vedere cosa viene fatto) ; -o rescued-file = nome della cartella che foremost creera’ per metterci tutti i files che riuscira’ a recuperare. Sul manuale di foremost dichiarano che in caso di filesystem di tipo ext2 bisognera’ aggiungere l’opzione -d.

Se foremost non dovesse aver soddisfatto le vostre aspettative possiamo far scendere in campo Scalpel il quale pero’ prima di essere utilizzato ha bisogno di alcune modifiche nel suo file di configurazione [ /etc/scalpel/scalpel.conf ] all’interno del quale andranno decommentati tutti i formati di file che vogliamo far recuperare. Una volta terminata questa fase preparatoria potremo utilizzare scalpel nel seguente modo :

sudo scalpel /media/drive-di-backup/sdd1.image -o rescued-file

 

** Leggi anche  ( ” copia bit a bit ” )