DJ in mobilita’ con Openmix

Openmix DJ ovunque

Openmix DJ ovunque

La musica e’ da sempre una vera passione e poter ascoltare la propria musica ovunque e’ ormai una cosa alla portata di tutti grazie a software come Spotify e Deezer ecc… ;  ma se volessimo ascoltare piu’ canzoni insieme, prese dalle Playlist di altri amici e presenti sui loro Smartphone, magari per trasformare una festa privata in un party di successo…!!!

Bene ora in aiuto di ogni dj in erba e’ arrivato OPENMIX , un piccolo e pratico accessorio che permette di mixare i brani provenienti da due smartphone, tablet, pc, lettori MP3 o qualsiasi altro dispositivo in grado di riprodurre musica digitale.

Infatti Openmix e’ dotato di due spinotti laterali con cui collegare i dispositivi da cui estrarre le tracce musicali e, nella parte bassa sono disponibili ben due ingressi, uno in uscita, per poter collegare Openmix agli altoparlanti e l’altro per un terzo dispositivo con cui aggiungere effetti musicali per arricchire ancora di più la vostra esperienza.

Al seguente URL e’ possibile vedere un video di presentazione VIDEO

L’ingombro e’ assolutamente nullo, tanto che lo potete appendere al vostro porta chiavi od allo zaino ed il costo e’ davvero ottimo 30,85 € .

 

#openmixdjinmobilita

Trasferire grandi quantita’ di file alla max velocita’

Spostare molti files velocemente

Netcat per spostare grandi files

NETCAT

Con questo articolo iniziamo a presentare un ottimo tool che, almeno personalmente, e’ stato davvero utile in mille attivita’ sistemistiche, netcat.

Utilita’ 1
Vi è mai capitato di dover trasferire delle directory contenenti elevati quantitativi di files da un server Linux ad un altro ? In caso affermativo avrete sicuramente notato come, anche se il trasferimento avveniva in LAN, comunque la durata dell’operazione aumentava esponenzialmente con l’aumentare dei files da trasferire. Si tratta di un normale fenomeno di overhead dovuto al fatto che ogni singolo trasferimento di file avviene su un differente stream di dati, ed il numero di stream gestibili in contemporanea da un server è di solito piuttosto limitato.

Spesso si cerca di ovviare al problema creando prima un unico archivio .tar contenente i files da trasferire e quindi procedendo con un unico trasferimento. In questro caso si risolve egregiamente il problema di overhead di rete ma la cosa potrebbe diventare comunque problematica nel caso in cui ad esempio lo spazio su disco fosse limitato al punto da non poter consentire la creazione del tar temporaneo.
Se però il comando tar viene utilizzato in maniera intelligente assieme all’utility netcat, abbiamo la possibilità di effettuare comunque un traferimento super-veloce su un unico stream di dati senza la necessità di dover creare degli archivi temporanei. Ecco come possiamo procedere:
Sul server di destinazione (quello verso cui trasferiremo i nostri files), lanciamo il comando:

nc -l -p 888 | tar zxvPp   # il server di destinazione e' in ascolto sulla porta 888 pronto per decomprimere

Sul server master (quello da cui traferiamo i files), lanciamo il comando:

tar czvOPp --same-owner /<source_dir> | netcat -w 5 <ip_macchina_destinazione> 888

Queste due operazioni, effettuate in sequenza, fanno si che i files contenuti nella directory “/source/dir” del server master, vengano compressi in un tar che verrà inviato immediatamente (grazie alla pipe gestita con netcat) verso la porta 888 del server di destinazione. Quest’ultimo da parte sua è configurato per rimanere in ascolto sulla porta 888 e per redirezionare il flusso di dati ricevuto in ingresso direttamente al comando tar lanciato in modo da effettuare una decompressione nella directory “/target/dir” che avrete preventivamente creato ed in cui vi sarete spostati per ricevere il flusso di dati.

Gli usi di netcat sono davvero innumerevoli, tra cui aprire shell remote per lanciare comandi, scansioni di rete fin’anche alla clonazione di intere partizioni o addirittura di un’intera linux-box.
Tutto cio’ lo vedremo nei prossimi articoli su netcat.

#netcattoolmultiuso

Bloccare la pubblicita’ senza plug-in

Linux Ad Block

Linux Ad Block

 

Negli ultimi anni i banner pubblicitari presenti nelle pagine di molti siti si sono trasformati in un mostro incontrollato e soprattutto molto invasivo e, a causa dell’abuso da parte di alcuni, sono finiti per diventare la bestia nera di Internet, inducendo numerosi utenti a trovare un modo per bloccarli con i metodi più disparati.

 

Tra questi figurano ad esempio due note estensioni per browser, ad esempio su Chrome tra i piu’ conosciuti possiamo trovare AdBlock e AdBlock Plus, che svolgono egregiamente il proprio lavoro modificando al volo il foglio di stile delle pagine web impedendone la visualizzazione. D’altra parte questo vantaggio ha un peso materiale: entrambe le estensioni finiscono per appesantire notevolmente il browser, il che potrebbe essere uno svantaggio per molti.

In questo breve articolo verra’ illustrato un metodo efficace per bloccare la visualizzazione dei banner pubblicitari dei più noti circuiti pubblicitari, usando una versione modificata del file /etc/hosts

 

Bloccare la pubblicità senza AdBlock 

Il criterio che utilizzeremo è di per se molto semplice, infatti il file /etc/hosts permette di associare manualmente host ad indirizzi IP senza affidarsi alla risoluzione tramite server DNS; grazie al lavoro ed alla costanza di alcuni sviluppatori, è possibile scaricare un file modificato ad-hoc affinché agli host dei più noti banner pubblicitari venga automaticamente associato l’indirizzo IP 127.0.0.1, ovvero l’indirizzo locale della propria macchina (localhost).  Risultato:
i banner non verranno più visualizzati!

Senza dilungarci in ulteriori spiegazioni procediamo alla modifica: andiamo innanzitutto a creare un backup del file /etc/hosts presente nel nostro sistema operativo, da ripristinare in caso di problemi, dopodiché, andremo a creare uno script per il download/upgrade automatico del file che inseriremo nel nostro crontab.

*Preparazione
Creamo innanzitutto un backup del nostro file /etc/hosts originale da ripristinare in caso di problemi: per farlo, da terminale, digitiamo

# sudo cp /etc/hosts /etc/hosts.bak

Adesso creiamo lo script che sara’ in grado di scaricare automaticamente il nuovo file host, concedendogli eventualmente una serie di tentativi qualora la connessione ad Internet non fosse subito disponibile, quindi dal nostro terminale digitiamo

# sudo vim /usr/local/bin/adblock.sh

All’interno del file appena creato inseriamo quanto segue:

#!/bin/bash

exec 2> /tmp/adblock.log
exec 1>&2
set -x
wget -q -O - 1 --retry-connrefused http://someonewhocares.org/hosts/hosts | grep -P "^(127.0.0.1 |::1 |# )" > /etc/hosts

chmod 644 /etc/hosts

Salviamo il file ed usciamo dall’editor, dopodiché renderlo eseguibile con il comando

# sudo chmod +x /usr/local/bin/adblock.sh

Ora facciamo in modo di aggiungere il nostro nuovo script nel crontab del sistema in modo da farlo eseguire, in automatico, almeno ogni 4 ore (la scelta ottimale sta a voi).

Per coloro che non sono soliti ad utilizzare la gestione del crontab facciamo un breve ripasso sulla sua sintassi :

Esempi di sintassi dei comandi cron

Il file crontab deve rispettare una sintassi ben precisa, diversamente il sistema non accetterà le impostazioni. Quello che segue è un esempio generico:

5 3 * * * /usr/bin/apt-get update

L’esempio precedente eseguirà il comando apt-get update ogni giorno di ogni mese alle ore 03:05 (l’orario viene indicato nel formato a 24 ore).

La prima parte della voce descrive quando l’azione deve essere effettuata. Ci sono cinque campi (nell’esempio precedente, «5 3 * * *»), separati da uno spazio, ognuno dei quali accetta un numero, un asterisco o un testo appropriato. I campi specificano, in ordine (tra parentesi l’abbreviazione standard):

  • minuti, da 0 a 59 («m»);
  • ore, da 0 a 23 («h»);
  • giorno del mese, da 1 a 31 («dom»);
  • mese, da 1 a 12 («mon»);
  • giorno della settimana, da 0 (domenica) a 6 (sabato) («dow»)

 

Quelle che seguono sono alcune varianti della precedente pianificazione d’esempio:

Stringa

Descrizione

«12 03 * * *»

tutte le mattine, più o meno alle 3

« 12 03 15 * *»

tutti i 15 del mese, alla stessa ora

«12 03 31 * *»

7 volte l’anno, alla stessa ora

«0 12 * * 0»

ogni domenica, a mezzogiorno

«2 0 * * *»

ogni giorno, più o meno a mezzanotte

«02 03 * * 1,5»

ogni lunedì e venerdì, alle 3 del mattino circa

Altri esempi per aiutarvi a capire le varie combinazioni :

  • Esempio 1
1-30 * * * * /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito ogni giorno, ogni ora e quando i minuti vanno da 1 a 30.

  • Esempio 2
30 * 1-7 * * /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito i primi sette giorni di ogni mese, ad ogni ora e quando i minuti valgono 30.

  • Esempio 3
00 */2 15 * * /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito il quindicesimo giorno di ogni mese, ogni due ore.

  • Esempio 4
00 1-9/2 1 5 * /comando/da/eseguire

il comando viene eseguito il primo maggio alle 1,00 – 3,00 – 5,00 – 7,00 – 9,00. Cioè ogni due ore dalle 1,00 alle 9,00.

  • Esempio 5
00 1-10/2 1 5 * /comando/da/eseguire

il comando viene eseguito il primo maggio alle 1,00 – 3,00 – 5,00 – 7,00 – 9,00. Cioè ogni due ore dalle 1,00 alle 10,00. Si noti come l’ultimo valore utile dell’intervallo non coincida, in questo caso, con l’ora in cui viene fatta partire l’ultima esecuzione giornaliera del comando.

  • Esempio 6
00 13 2,8,14 * * /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito il secondo, l’ottavo e il quattordicesimo giorno di ogni mese alle 13.00

  • Esempio 7
30 13 1-15 4,10 * /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito i primi quindici giorni di aprile e ottobre alle 13,30.

  • Esempio 8
*/30 13,20 * 1-7,9-12 1-5 /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito nei giorni feriali (da lunedì a venerdì) di tutti i mesi tranne agosto, alle 13,00 – 13,30 – 20,00 – 20,30.

  • Esempio 9
00 14,19 1-15 * 5 /comando/da/eseguire

il comando verrà eseguito alle 14,00 e alle 19,00 dei primi quindici giorni di ogni mese e anche ogni venerdì.

** Ora per tornare al nostro esempio possiamo editare il file del nostro crontab tramite il comando

# crontab -e

ed in base agli esempi appena visti la riga di configurazione per far si che lo script venga eseguito ogni 4 ore di ogni giorno dell’anno sara’ la seguente :

# 00 */4 * * *  /usr/local/bin/adblock.sh

una volta salvato ed usciti non rimarra’ altro da fare che riavviare il servizio per far si che la modifica diventi operativa

# sudo /etc/init.d/cron restart

per verificare che effettivamente la schedulazione sia stata inserita verifichiamo tramite il comando

# crontab -l

Se doveste riscontrare problemi nella gestione della navigazione e voleste tornare alla configurazione iniziale vi bastera’ rieditare il crontab eliminando la stringa inserita e ripristinare il file hosts iniziale di cui avevamo fatto il backup tramite il comando :

# sudo mv /etc/hosts.bak /etc/hosts

Buon Anno!

#linuxadblocksenzaplugin

Velocizzare il vostro PC Linux – Tips & Tricks

Linux Tips & Tricks

Linux Tips & Tricks

Per queste festivita’ Natalizie anche Tuttiperlinux vuole farvi il proprio regalo con alcuni utili tips and tricks per rendere il vostro PC Linux piu’ performante per ogni utilizzo.
PARTIAMO: Come gia spiegato in un precedente articolo un punto a noi molto a cuore e’ il giusto utilizzo e sfruttamento di quel bagaglio di performance che e’ la RAM, oggi rivedremo alcuni punti ed aggiungeremo nuovi trucchi.

Riduciamo l’utilizzo della swap
Normalmente Ubuntu/Debian (e loro derivate) utilizza la swap non appena si supera il 60% della RAM occupata; un valore troppo alto a mio avviso, che fa entrare in funzione la swap troppo presto con numerosi rallentamenti nel sistema. Con questa piccola modifica andremo ad abbassare la soglia di attivazione della swap al 10%, un valore ottimale che garantisce un maggiore utilizzo della RAM (più veloce dello swap, che scrive i dati su disco) senza rinunciare alla swap in caso di saturazione della stessa, che entrerà in funzione il più tardi possibile.

Per effettuare la modifica apriamo un terminale e digitiamo

# sudo vim /etc/sysctl.conf

andiamo a fondo dello stesso e aggiungiamo la seguente stringa

vm.swappiness=10

Ora l’accesso alla swap inizierà solo con un carico della RAM superiore al 90% della stessa.


Pochissima RAM? Usiamo zRam

Se abbiamo un piccolo netbook oppure un pc “datato” con  1 GB di RAM o meno, il nostro sistema Linux può entrare in difficoltà non appena si aprono 2 o 3 programmi pesanti. Il sistema inizierà a “swappare”, rallentando man mano in maniera vistosa. Il trucco più efficace sui sistemi più vecchi è l’utilizzo di zRam, un piccolo hack per il kernel che permetterà di sfruttare al massimo il basso quantitativo di memoria fisica disponibile, “swappando” direttamente in RAM e ritardando il più possibile l’accesso alla swap fisica presente sul disco rigido (estremamente lenta). Il suo funzionamento è complesso, ma riassumibile in poche righe: i dati in RAM vengono compressi e immagazzinati in una partizione swap virtuale caricata in memoria RAM che occupa fino al 25% della stessa.

Raggiunta la soglia critica i pacchetti vengono compressi al massimo e swappati dentro la zRam, con un enorme recupero di prestazioni e di reattività (la compressione/decompressione è circa 20 volte più veloce dell’accesso diretto alla swap sul disco rigido). In teoria è come aggiungere un modulo di RAM in più della capienza dimezzata rispetto all’originale; ad esempio su 1GB di RAM si ottengono in totale circa 1,50 GB ( aggiunta di un modulo da 512MB) con l’aggiunta di zRam e, senza cambiare nulla.

Sulle versioni più recenti di Ubuntu (dalla 12.04 e successive) è possibile installare ed usare zRam lanciando il seguente comando da terminale.

# sudo apt-get install zram-config

Il file di configurazione lo troverete sotto /etc/init/zram-config

Al primo riavvio del PC zram si attivera’ in automatico.

ATTENZIONE: il funzionamento non è garantito su tutte le configurazioni, in quanto molto dipende dal modello di RAM utilizzato sul computer. Se non riscontrate migliorie conviene rimuoverlo.

NOTA BENE: zRam può essere usato con qualsiasi quantitativo di memoria RAM, ma i risultati migliori si ottengono con meno di 4GB di RAM, oltre tale valore perde gran parte dell’efficacia (almeno con gli OS attuali).


Troppi applicativi in auto-avvio? Diamogli una regolata

Le distribuzioni odierne hanno tanti applicativi in auto-avvio, e molte di queste voci sono spesso nascoste e non visibili. Per controllare quali avviare e quali rimuovere possiamo affidarci a BUM (boot-up manager) una comoda applicazione disponibile nei repository di Ubuntu/Debian.

Per installarlo usiamo il seguente comando.

# sudo apt-get install bum

Avviamolo dal menu applicazioni o dalla Shell dell’ambiente (dovete essere root) per ottenere la lista di applicativi avviati insieme al sistema.
In base alle nostre esigenze possiamo modificare alcune delle voci disattivandole con una semplice spunta.

ATTENZIONE : evitate di disattivare voci a caso, documentatevi su Google per verificare la funzionalita’ dell’applicativo.


Velocizzare Ubuntu cambiando ambiente grafico
Per alcuni Unity è troppo pesante o limitato, per nostra fortuna usiamo un sistema open source, che quindi non c’incatena ad uno specifico ambiente grafico. Possiamo dunque scegliere d’installare una grande varietà di ambienti grafici già pronti e spesso notevolmente più leggeri dell’ambiente di partenza utilizzando il gestore pacchetti o il terminale. Non c’è nemmeno l’obbligo di cancellare il vecchio ambiente, Linux permette di gestire più ambienti grafici insieme senza problemi. Avendo abbiamo possibilità di scelta, perché non scegliere in base alle nostre esigenze e necessità?

Tra i più leggeri in assoluto, in grado di regalare una reattività invidiabile, c’è XFCE , a mio avviso il miglior ambiente grafico alternativo, che unisce leggerezza e funzionalità in un mix vincente.

Per installarlo utilizziamo il seguente comando da terminale

# sudo apt-get install xubuntu-desktop

In alternativa c’è LXDE, ancora più leggero e spartano per PC particolarmente obsoleti.

Installazione
Installare a scelta i pacchetti:

lubuntu-desktop : se si desidera avere Lubuntu completo;
lubuntu-core : se si desidera avere Lubuntu in versione minimale;
lxde : se si desidera avere il solo ambiente LXDE.

esempio :

# sudo apt-get install lubuntu-desktop

 

Buon divertimento !

#LinuxTipsandTricks

Pydio piattaforma di FileSharing

Pydio FileSharing Platform

Pydio FileSharing Platform

Pydio è un sistema open che ci consente di trasformare qualsiasi server in una potente piattaforma di condivisione.

Pydio su Ubuntu
Negli ultimi anni i servizi di web storage sono spuntati come funghi, tutti quanti ci consentono di avere a disposizione uno spazio online nel quale salvare e condividere i nostri file preferiti. Per tutti coloro, privati e non, che sono alla ricerca di un servizio di condivisione file sicuro e flessibile sono disponibili OwnCloud oppure anche AjaXplorer Pydio.

Pydio ci consente di poter integrare in qualsiasi server una potente piattaforma di condivisione file dotata di numerose funzionalità; potremo accedere ai nostri file multimediali come immagini, video, documenti ecc da qualsiasi pc o device mobile direttamente da browser o tramite applicazione dedicata e, si potranno inoltre condividere facilmente i nostri file, creare pagine web ecc.

Pydio è una soluzione molto interessante, ad oggi, scelta da molte aziende in grado di offrire una piattaforma di condivisione file, flessibile, scalabile e soprattutto sicura con la possibilità di accedere e operare sui file attraverso vari protocolli (e’ possibile creare anche plugin dedicati ecc) sincronizzare i file in servizi di cloud storage e molto altro ancora.

Possiamo inoltre includere molti plugin di terze parti come ad esempio Pixlr  (oppure Dropbox e molti altri), per editare le immagini digitali, player per riprodurre video, file audio, editor di testi, reader di documenti ecc.

INSTALLARE PYDIO
Possiamo installare facilmente Pydio in Ubuntu / Debian e derivate (sia server che desktop) grazie ai repository dedicati, ecco come fare.

Per prima cosa aggiungiamo i repository Pydio digitando:

sudo vim /etc/apt/sources.list

ed ora aggiungiamo:

deb http://dl.ajaxplorer.info/repos/apt stable main
deb-src http://dl.ajaxplorer.info/repos/apt stable main

salviamo il tutto cliccando su ctrl + x e poi s
ora dovremo installare la key d’autenticazione digitando sempre da terminale:

wget -O - http://dl.ajaxplorer.info/repos/charles@ajaxplorer.info.gpg.key | sudo apt-key add -

adesso possiamo aggiornare i repository ed installare Pydio digitando:

sudo apt-get update
sudo apt-get install pydio

Al termine dell’installazione dovremo inserire la configurazione di Pydio in Apache, in nostro aiuto possiamo utilizzare il file di conf  fornito dall’installazione tramite il seguente comando:

<pre?sudo ln -s /usr/share/doc/pydio/apache2.sample.conf /etc/apache2/sites-enabled/pydio.conf sudo php5enmod mcrypt

non ci resta che riavviare apache digitando:

sudo /etc/init.d/apache restart

a questo punto potremo finalmente accedere a Pydio dal nostro browser accedendo all’indirizzo

http://127.0.0.1/pydio/index.php               ### dove 127.0.0.1 è l'indirizzo ip (localhost) del nostro server.

Da adesso in avanti ci bastera’ seguire le ottime indicazioni che ci verranno mostrate man mano a video per poter arrivare a completare l’intera installazione.

Al primo avvio avremo di fronte una semplice schermata di login, una volta eseguita potremo già caricare e gestire i nostri file.

#Pydiofilesharing